La roggia del Cordana

Negli ultimi decenni dell’800 tutto il contesto in cui sorge l’opificio ha subito una radicale trasformazione, conseguente al fatto che la famiglia Piva ha deciso di realizzare in questo splendido sito, protetto a nord dalle alture disposte subito a ridosso, e aperto verso sud sulla valle del Piave, la grande villa familiare, per celebrare l’importanza della famiglia e la grande fortuna, economica e sociale, raggiunta. 
 
Il progetto ha comportato la modifica radicale dei luoghi ed ha avuto, come inevitabile conseguenza, la definitiva cessazione delle attività che da secoli si svolgevano nell’opificio. 
 
L’assetto dei luoghi dove sorgono la Villa e il Parco era ben diverso in passato:
  • come documentano i rilievi riportati nel Catasto Napoleonico (1808) qui si trovava il nucleo centrale del Borgo Martignago, integrato con la storia dell’opificio e con i tracciati delle rogge era costituito da numerosi edifici che si distendono a formare una cortina continua sulla strada superiore con andamento est-ovest (la attuale via Cordana) e si apriva poi in un tessuto edilizio più arioso, verso sud, organizzato a formare ampie corti interne; il Borgo era dotato di lavatoi comuni, ed era servito da una strada pubblica che procedeva lineare da sud a nord e portava il nome della famiglia Bottoia, i primi imprenditori che hanno sfruttato le acque per una impresa molitoria;
  • le vene d’acqua rilevate dai “Provveditori ai Beni inculti”, come compaiono nella planimetria allegata ad una supplica del 1790 che riguarda proprio l’opificio del Borgo, sono due e si congiungono nella roggia che fiancheggia l’edificio del filatoio, l’una di maggiore lunghezza proveniente da nord-est, e una seconda molto più breve, dunque proveniente da una sorgente prossima e situata all’interno del Borgo, con andamento che procede da nord ovest (1).

Planimetria allegata alla supplica rivolta ai "Provveditori sopra ai beni inculti" con richiesta di installare sul Cordana una seconda ruota per "macchine per la filatura della seta" (orsagno) datata 1790

1808 Catasto Napoleonico - dettaglio di Borgo Martignago

Per dar luogo alla Villa e al Parco la famiglia Piva ha acquistato e successivamente demolito la quasi totalità degli edifici che costituivano il Borgo, ha acquistato e cancellato via Bottoia ed ha sovrapposto ai luoghi il nuovo progetto, rivoluzionando così il paesaggio e la visione di questa parte di territorio. La Villa e l’impianto del Parco sono ultimati e datati al 1890.
Con quest’ultima trasformazione ha anche avuto fine l’attività industriale nell’opificio, divenuto un annesso della Villa a servizio della nuova funzione residenziale e rappresentativa; ospiterà, da allora in poi, una grande cantina e, in un nuovo corpo di fabbrica annesso, le scuderie.   
A valle dell’opificio, le acque riunite sono ancora convogliate prima nella roggia industriale che affianca o ovest l’opificio e poi proseguono a formare l’alveo del torrente Cordana che confluirà poco più a sud in altro corpo d’acqua e infine nel Piave, non prima di aver contribuito a fornire energia ad altri impianti industriali.
 
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